L’attività di ANB si colloca sempre più all’interno del progetto biometano promosso da CGBI, concentrandosi sui concetti chiave della sostenibilità. In questa prospettiva ANB intende dare il proprio contributo al processo in atto verso forme di certificazione ambientale capaci di tradursi in reddito per l’azienda agricola più virtuosa e sostenibile. «Come raggiungere gli obiettivi del Green Deal affinché l’Europa possa configurarsi il primo continente a impatto zero?», si è chiesto il presidente di ANB Nicola Gherardi introducendo il panel pomeridiano. «La risposta è da ricercarsi nella parola competitività, produrre di più per sfamare una popolazione in forte aumento utilizzando però meno input. Nel contesto si inserisce il progetto CGBI sulle rinnovabili, in particolare sulla produzione di biometano ottenuto con una base di effluenti zootecnici e sottoprodotti agricoli e agroalimentari».
Ha preso la parola Diana Lenzi presidente della Fondazione Farming for future, realtà voluta dal CIB a supporto del comparto agroenergetico, per promuovere la crescita e lo sviluppo dell’agricoltura agroecologica, puntando sulla formazione, con una road map che ruota attorno a 10 azioni per migliorare le prestazioni ambientali delle aziende agricole: «Gli imprenditori hanno bisogno di essere informati e formati. Farming for future abbraccia le filiere, è un progetto ambizioso che ha bisogno di partner e idee». Pronta la replica del presidente Gherardi: «Noi ci siamo, condividiamo valori e obiettivi, nell’intento di favorire una proficua collaborazione». La presidente della Fondazione Farming for future ha poi riassunto le quattro direttrici del programma: ricerca, formazione, comunicazione e advocacy per spingere il cambiamento sociale. «Bisogna dialogare con la politica per ottenere il sostegno delle istituzioni a tutti i livelli, per una perfetta fusione di ricerca accademica e applicazione pratica, per dare un effettivo supporto alle aziende». L’evento di lancio della Fondazione sarà il prossimo 30 luglio a Milano (h 16, sala convegni Intesa San Paolo, Piazza Belgioioso 1).
Il presidente CGBI Gabriele Lanfredi ha rimarcato le linee d’indirizzo del progetto Agri.Bio.Metano per la valorizzazione delle produzioni agricole e del sottoprodotto delle filiere agroalimentari elencando le 21 società agricole consortili che sono l’anima degli impianti di biometano previsti. «Il nostro gruppo – ha detto – può disporre delle risorse finanziarie necessarie e garantire solidità al progetto». CGBI crea le filiere del biometano nei territori dove ci sono i requisiti per costituire le società consortili. Insieme ai big del food “made in Italy”, Granarolo e Fruttagel, la Confederazione dei bieticoltori ha avviato due progetti distinti tra loro, con l’obiettivo di aumentare la produzione di biometano nel Paese utilizzando esclusivamente sottoproduzioni agricole, colture di secondo raccolto, effluenti zootecnici e scarti della lavorazione agroindustriale. Il braccio operativo, la società Bio.Methane.Hub, come ha spiegato il presidente Tommaso Honorati, offre consulenza specifica dal campo all’impianto, per utilizzare al meglio i sottoprodotti agricoli, razionalizzare i trasporti dei reflui zootecnici, salvaguardare tracciabilità e sostenibilità. In sintesi i servizi di BMH: sviluppo delle società consortili; studio sugli effluenti (ossia il potenziale, in quale raggio, se entro i 20 km) e redazione piani di alimentazione; assistenza alla progettazione esecutiva; trading dei sottoprodotti, gestione delle filiere, contrattazione e logistica; vendita del seme di barbabietola da biogas; gestione e coordinamento, documentazione di sostenibilità e tracciabilità; sviluppo delle filiere di approvvigionamento.
Simona Caselli, presidente di Granlatte, è entrata nel dettaglio del progetto biometano CGBI-GRANAROLO. «Abbiamo fatto un grande sforzo per raggiungere l’obiettivo prefissato: la costruzione di 10 impianti CGBI-GRANAROLO per dare autonomia energetica ai nostri stabilimenti di lavorazione del latte». Poi sul concetto di zootecnia sostenibile: «Bisogna andare verso la neutralità carbonica in allevamento, ci sono già aziende carbon-negative in Lombardia che potrebbero emettere certificati di carbonio».
Il panel pomeridiano si è concluso con la consegna a Claudio Gallerani, ex presidente COPROB, di una targa di riconoscimento per il lavoro svolto nell’ambito della bieticoltura italiana e della sostenibilità. Giovanni Tamburini, vicepresidente COPROB, ha relazionato sull’andamento del comparto e delle quotazioni. Sponsor dell’evento oltre a KWS anche BNL. Alessio Ancillao, Head of Green Desk Italy – BNL BNP PARIBAS, ha fornito ai presenti indicazioni in più sulle modalità di accesso ai finanziamenti ma anche sulle condizioni di sostenibilità e la loro rilevanza, e la relativa certificazione nei processi finanziari.